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Predators - Note di produzione

Robert Rodriguez racconta il progetto

Nel 1987, Predator ci presentava uno dei personaggi più memorabili e popolari della storia del cinema di fantascienza, un guerriero extraterrestre in grado di rendersi invisibile e che provocava il panico nella giungla. Il pubblico ha abbracciato la complessa mitologia del film e alcuni anni dopo è arrivato anche un sequel. Nel 1994, con l'obiettivo di dare nuova vita al mondo di Predator, Robert Rodriguez, un giovane realizzatore che aveva appena esordito in maniera brillante grazie a El Mariachi, è stato invitato a scrivere una sceneggiatura con l'amato e temuto personaggio del Predator.

"All'inizio, sono stato assunto solo come sceneggiatore", spiega Rodriguez. "Loro cercavano un approccio originale verso il materiale, così ho colto al volo questa opportunità. Ero un grande fan di Predator. Quando sono arrivato per la prima volta a Hollywood, ho incontrato Carl Weathers e Arnold Schwarzenegger, così ho pensato che una nuova pellicola di Predator sarebbe stato un progetto divertente a cui partecipare".

"Quello che mi piaceva del film originale è che si trattava di una pellicola ibrida. Incominciava come un classico titolo d'azione di Arnold Schwarzenegger, con un tradizionale gruppo di protagonisti, per cui ti innamori dei personaggi e li segui in questo viaggio. Poi, si trasforma in un film di fantascienza con gli alieni. Personalmente amo fare questi mix, pellicole come Dal tramonto all'alba, adoro mettere insieme vari generi"
.

"Per la nuova sceneggiatura, volevo scrivere qualcosa di ultraterreno. Amavo l'atmosfera della giungla nell'originale, così ambientando la mia storia su un altro pianeta potevo tornare a un ambiente simile e comunque farlo sembrare nuovo. Inoltre, in questo modo avremmo capito perché il Predator era attirato dalla giungla terrestre (come mostrato nel film originale), visto che il loro pianeta di caccia aveva un terreno simile".

"La sceneggiatura che Robert ha realizzato nel 1994 comprendeva la location, una parte della trama di questo film e le idee di base per quanto riguarda i personaggi", commenta la produttrice di Predators Elizabeth Avellán. “Robert non era andato oltre a questi punti. Lo hanno pagato per questo ed è stato un bell'esercizio di scrittura. A causa dei nostri programmi di lavoro, non c'è mai stato un momento in cui Robert avrebbe potuto dirigerlo. Allo stesso tempo, penso che dentro di sé volesse vedere questi personaggi che aveva creato apparire sullo schermo".

"Loro mi hanno dato carta bianca per scrivere il film"
, afferma Rodriguez. "L'ho realizzato inserendo in un'unica sceneggiatura ogni idea affascinante che avrei voluto vedere in una pellicola di Predator. Sapevo che non lo avrei diretto, quindi non mi sono preoccupato di questioni di budget o logistiche, volevo lasciare che fossero loro a pensarci. Ovviamente, questo progetto anni dopo è tornato per ossessionarmi. Infatti, con Predators, dovevo capire come avrei potuto farlo”, scherza il produttore.

Il lavoro non realizzato di Rodriguez alla fine è diventato la base della sua nuova pellicola del 2010. Nel frattempo, ha diretto diversi progetti ed è diventato uno dei realizzatori più influenti della sua generazione. Inoltre, assieme alla partner di produzione Elizabeth Avellán, nel 1997 ha fondato gli ormai celebri Troublemaker Studios a Austin, in Texas.

Contemporaneamente, un appassionato di cinema di nome Nimrod Antal ha frequentato l'Accademia cinematografica ungherese, per poi diventare un apprezzato regista. Nel 2009, dei dirigenti della Twentieth Century Fox sono arrivati ad Austin per incontrare Rodriguez e la Avellán e parlare di un film su Predator. “All'improvviso, Robert riceve una chiamata dallo studio, in cui gli dicono "abbiamo trovato la sceneggiatura che hai scritto, pensiamo che sia fantastica e che ci sia bisogno di un po' di lavoro, ma ti va di fare il film?", ricorda la Avellán.

“Quando il progetto è ritornato a me, è stato eccitante vedere che, anche dopo altri titoli di Predator, c'era ancora molto spazio d'azione"
, commenta Rodriguez. "L'idea con Predators era di non farlo sembrare il quinto o sesto film di una serie, ma il primo. Non è un reboot o una nuova versione. Cronologicamente, si può pensare a questo film come successivo al primo e ritrovarsi così con una storia decisamente lineare. I Predators sono dei personaggi affascinanti con cui lavorare, per poter creare altri mondi che li vedono al centro della vicenda. Io volevo tornare a un prodotto incentrato sui personaggi. Era molto importante per me che ogni personaggio desse l'impressione di poter essere la star della pellicola. E se vedrete il nostro film senza aver prima visto gli altri, funzionerà comunque".

 A causa dell'affollato carnet di impegni di Rodriguez come regista e coresponsabile del suo studio, dirigere il progetto non era possibile, almeno secondo i tempi richiesti dai responsabili della Fox. Così, è rimasto coinvolto come produttore, con l'idea di lavorare assieme a dei nuovi sceneggiatori per aggiornare lo script e assumere un regista che avrebbe realizzato la pellicola con un gruppo di fedeli collaboratori di Rodriguez. "Io stavo lavorando ad altro e non potevo dirigere Predators, ma ho detto che avrei adorato produrre la pellicola qui alla Troublemaker”, rivela Rodriguez. “Abbiamo un modo particolare di fare le cose al nostro studio, in cui con pochi soldi possiamo realizzare dei film imponenti e strepitosi. Tutta la mia troupe adora il Predator originale ed erano entusiasti di poter lavorare a Predators. Quando abbiamo iniziato a girare il nuovo film, il momento più incredibile per me come fan è stato uscire dal mio ufficio e imbattermi nelle creature di Predator", ricorda Rodriguez. "E' stato bellissimo".

"La decisione di assumere un regista e limitarci a produrre il film è dipesa anche dall'idea di aprire i Troublemaker Studios e crescere in quello che stiamo facendo”
, aggiunge Avellán. "Ho veramente amato l'esperienza come produttore", ammette Rodriguez. "Non l'avrei mai fatta all'inizio della mia carriera, quando ero impegnatissimo a dirigere, spostare la cinepresa e comporre le musiche dei miei film. Ma la mia troupe ormai è veramente esperta e ho trovato un regista fantastico in Nimrod, così come degli ottimi sceneggiatori in Alex Litvak & Michael Finch. Pensandoci ora, Predators non era una mia creatura, qualcosa che avessi creato, come la serie di Spy Kids, ma un prodotto già esistente. Così, ero in grado di realizzare il film come un vero fan".

“Ci sono diversi progetti che ho scritto, totalmente o in parte, che non so se riuscirò a dirigere in tempi brevi, quindi questo era anche un esperimento per vedere se produrli potesse essere una soluzione", prosegue Rodriguez. "La mia squadra creativa può mettere su la produzione e io posso supervisionarla come produttore e responsabile dello studio. Così, dovrei comunque essere impegnato nella sceneggiatura, nel montaggio e negli effetti visivi, ma senza portarmi sulle spalle il peso del film come avviene per un regista. Potrei anche lavorare su altri progetti in questo modo". Rodriguez ha pensato a tanti realizzatori importanti a cui affidare Predators, per poi scegliere Nimrod Antal, che aveva impressionato Rodriguez con la sua pellicola di debutto Kontroll. "Quello che amavo del lavoro di Nimrod su Kontroll era la sua capacità di sfruttare le risorse a disposizione. Essendo uscito da El Mariachi, ho reagito in maniera forte a quello che Nimrod ha fatto con il budget limitato di Kontroll. Fin dalla prima inquadratura di quel film, si può capire che siamo di fronte a un realizzatore di valore. Lui ha una grande sensibilità per la storia e sa come lavorare con gli attori. Quando l'ho incontrato per la prima volta, sapevo che avrebbe collegato bene la troupe e gli attori. Inoltre, aveva una visione. Come produttore, vuoi qualcuno che sia in grado di migliorare il materiale, così da non dover pensare a tutto".

Antal era un grande fan dell'originale Predator. "Rappresenta la mia infanzia", spiega il realizzatore. "Io ero un grande appassionato di cinema e di Predator in particolare. Mi ricordo di aver visto l'anteprima all'Avco Theatre di Westwood, in California, con un gruppo di compagni di classe, un'esperienza indimenticabile". Una ventina di anni dopo, Antal stava cenando con alcuni di questi amici con cui aveva visto la pellicola in quell'occasione, quando ha scoperto che avrebbe diretto Predators. Rodriguez e Antal hanno capito di avere molte affinità in comune. “E' stato magnifico lavorare con Nimrod”, sostiene Rodriguez. “Abbiamo dei gusti e una formazione simili. Quando ci mostravano delle idee o dei concept per le creature, lui sceglieva le stesse che avevo in mente io. Siamo andati molto d'accordo e abbiamo una sensibilità simile. Tuttavia, talvolta arrivavo sul set e lui affrontava una scena in maniera opposta a quello che avrei fatto io, ma comunque funzionava benissimo". "Nimrod mostra una grande attenzione ai dettagli", aggiunge Rodriguez. "Mentre lo osservavo, mi veniva da pensare che dovrei prendere in prestito qualcuno dei suoi metodi. E' uno dei motivi per cui vuoi lavorare con altre persone... per imparare da loro. Io mi considero sempre uno studente e sapevo che io avrei voluto imparare più da lui di quanto Nimrod possa voler imparare da me. Lui ha una visione notevole di quello che vuole esprimere e la sfruttava ogni giorno".

I realizzatori desideravano che Predators fosse un nuovo thriller d'azione e di fantascienza, in grado di cogliere la magia di Predator. "Io ero attirato all'idea di inserire personaggi da parti diverse del mondo, che venivano portati su questo pianeta e che avevano le doti per rimanere vivo", commenta Rodriguez. "Questo ci forniva un cast internazionale di antieroi. Volevo che il film avesse un doppio significato, per cui pensi che le persone in questa pellicola mostrano una tale tensione tra loro che si ucciderebbero facilmente a vicenda prima di incontrare una di queste creature. Così, volevamo avere queste alleanze complicate all'interno del gruppo. Tutti loro sono dei predatori".

"La cosa importante e che la rende una pellicola diversa dalle altre di Predator, è che loro si trovano su un pianeta alieno e non sono a proprio agio, perché non conoscono le regole del posto", commenta la Avellán. "Sulla Terra, erano dei predatori e ora invece diventano le prede. Questi esseri umani sono sconcertati, perché non hanno idea di cosa stia avvenendo e perché erano abituati a essere sempre sicuri di sé. Non si conoscono e non sono una squadra, ognuno di loro è un capo branco. All'improvviso, devono cedere il comando per riuscire a sopravvivere, perché le cose in cui si imbattono diventano sempre più inquietanti. E' un racconto pieno di suspense, sul sacrificio e sull'istinto di sopravvivenza che è presente in noi. E' una storia fantastica, ma che mostra delle emozioni notevoli". Per rafforzare questa idea, Rodriguez ha assunto gli sceneggiatori Alex Litvak e Michael Finch, i quali, basandosi su una precedente sceneggiatura che avevano realizzato, hanno trovato il modo giusto di mettere insieme questi personaggi archetipici, degli assassini umani e predatori, per metterli contro gli alieni Predators. "Io, Nimrod, Alex e Michael volevamo tornare alle origini, rendendo più semplice la storia", rivela Rodriguez. "Anni fa, quando sono stato assunto per realizzare una nuova sceneggiatura di Predator, loro mi hanno permesso di fare tutto quello che volevo, ma adesso sarebbe stato troppo costoso. Quando Nimrod è salito a bordo, è rimasto attirato dalla suspense della caccia. Ne abbiamo parlato molto, io volevo controllare bene il budget e la storia, tirando fuori qualcosa che puntasse direttamente sulle emozioni".

"Nimrod aveva una visione particolare della pellicola che voleva realizzare. Lui desiderava renderla un film di caccia"
, commenta lo sceneggiatore Michael Finch. "Era molto deciso a riguardo. A suo merito, va detto che ha parlato con noi per molti giorni, in cui abbiamo discusso non solo i personaggi, ma anche dei particolari più specifici. Così, ha fornito un grande contributo, mentre intanto mostrava la sua passione nel desiderio di realizzare un film contenuto e divertente".
“Il pubblico aveva visto il film originale e sapeva come agiscono e riflettono i Predator. Il nostro compito era di prendere queste aspettative, abbracciarle e magari modificarle un po', cambiando la natura della caccia e le ragioni per cui queste persone vengono cacciate", rivela Finch. "Ma c'erano anche delle convenzioni alle quali dovevamo attenerci: i Predators arrivano verso di te, sono invisibili e possono colpire in ogni momento. Abbiamo anche creato nuovi tipi di Predators che sorprenderanno il pubblico, come cani e falchi, oltre a diverse varietà di armi". "La versione più asciutta e cattiva è venuta fuori sotto la guida di Nimrod", aggiunge lo sceneggiatore Alex Litvak. “Nimrod voleva concentrarsi maggiormente sui Predators e realizzare un film più contenuto e stilizzato". I predatori umani passano buona parte del primo atto del film non sapendo dove stanno o perché si trovano lì... fino a quando capiscono di essere le prede. "E' qualcosa su cui abbiamo lavorato molto con Nimrod, assicurandoci che questo processo fosse molto emozionante e desse vita a una svolta nella trama", spiega Litvak. "Bisognava farlo a livello emotivo, con lo shock, il senso di devastazione e la mancanza di speranza degli esseri umani. Abbiamo passato molto tempo lavorando su questo aspetto, che io definisco la catena della scoperta, come se tu dovessi far luce su un giallo".

Mentre il mistero e il terrore si dipanano, i membri di questa squadra di assassini costretti a convivere iniziano a scoprire sé stessi. "I mostri in Predators non sono necessariamente quelli che pensiamo", sostiene Antal. “La pellicola parla fondamentalmente di un gruppo di persone che non vorresti frequentare e che nel loro ambiente sono dei mostri. Qui invece sono confusi, disorientati e paranoici, mentre vengono gettati in una situazione che non possono controllare, una cosa spaventosa per loro. I mostri umani si fronteggiano tra loro, solo per scoprire che c'è un mostro alieno più grande che li attende nella giungla. Questo viaggio fa emergere la loro umanità".
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