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Addio a Claude Chabrol

Scompare all'età di 80 anni il padre della Nouvelle Vague

13-09-2010 00:00

Addio a Claude Chabrol

Quando si parla di Claude Chabrol, il riferimento immediato va a Le beau Serge: era il 1958 e la pellicola si poneva come primo atto di rottura messo a punto da quel gruppo di giovani cineasti, la Nouvelle Vague, che ha rivoluzionato, in nome dell'amore per quel cinema che di lì in poi sarebbe stato definito "classico" o "commerciale", il linguaggio cinematografico e il modo di pensare al cinema. La stessa parabola artistica del regista può considerarsi come un continuo tentativo di reinterpretare i canoni dei generi tipici del cinema hollywoodiano accostandosi e discostandosi a fasi alterne dal mainstream e, conseguentemente, dalla considerazione della critica oltre che dal favore del pubblico.
Dopo il fulminante esordio, cui seguì I cugini, vincitore dell'Orso d'Oro a Berlino e che servì da ispirazione per i contemporanei capolavori di Truffaut I 400 colpi e Godard Fino all'ultimo respiro e Questa è la mia vita, Chabrol tornerà al successo solo qualche anno dopo con La tigre ama la carne fresca del 1965, pellicola che segnerà l'abbandono degli sperimentalismi verso un cinema più commerciale, che porterà il cineasta francese nella linea del thriller alla Hitchcock, da lui magnificata ben prima della celeberrima intervista di François Truffaut.
Passato il '68 ed esauritasi la spinta del movimento, Chabrol continuerà la sua carriera nel cinema francese con alterne fortune, contribuendo al successo di atrici del calibro di Stéphane Audran, che diventerà sua moglie, e Isabelle Huppert, presenza fissa in molte delle sue pellicole tra gi anni '70 e '80 (una tra tutte Violette Nozière del 1978). Le sue ultime prove ci parlano di un regista maturo, capace di incrociare generi e sguardi tra delitti, scheletri nell'armadio, seduzioni del potere e perfide descrizioni della borghesia francese. A questo filone appartengono Il buio nella mente (1995), Grazie per la cioccolata (2000) dove ritrova Isabelle Huppert, attrice che ha lanciato negli anni '70, La commedia del potere (2006). Insignito del premio alla carriera alla Berlinale 2009, Chabrol ci ha lasciato con Bellamy, uscito lo scorso anno, che ha per interprete Gerard Depardieu e che il regista volle dedicare alla memoria di Georges Simenon e Georges Brassens.

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